La candidatura a Patrimonio Mondiale dell’Umanità

Un processo lungo e impegnativo. Una sfida vinta insieme.

Il progetto di candidatura ha avuto come oggetto il sistema difensivo costruito dalla Repubblica di Venezia tra il XV e il XVII secolo, un sito seriale, formato da otto componenti suddivise in tre Stati affacciati sul Mare Adriatico. A seguito delle indicazioni dell’ICOMOS  (International Council on Monuments and Sites) la candidatura che si presentava come di seguito riportato, ha subito alcune modifiche che hanno comportato la riduzione del numero di fortezze esemplari del sistema difensivo tipico della Serenissima nel periodo di riferimento.

Il sito è rappresentativo del più complesso progetto fortificato voluto dalla Serenissima per controllare i suoi territori e le tratte commerciali che si estendevano fino al Medio Oriente.
Il sistema si snoda per oltre mille km tra le Prealpi lombarde e la costa orientale dell’Adriatico, cioè nell’area compresa tra l’avamposto di difesa occidentale (Bergamo, Italia) e le Bocche di Cattaro (Montenegro). Tra Stato di Terra (Lombardo-Veneto) e Stato di Mare (Croazia, Montenegro), questa sorta di unica e antica enclave conserva ancora oggi significativi esempi delle fortificazioni veneziane, importanti testimonianze dell’interazione tra i popoli e, più in generale, della cultura espressa da Venezia nel mondo.
Le otto componenti della proposta di candidatura riassumono i caratteri più rappresentativi del sistema difensivo concepito come una vera e propria rete dove ogni città svolge un preciso ruolo all’interno di un progetto ampio e unitario. La Repubblica marciana, infatti, sperimenta e porta a compimento in un vastissimo ambito territoriale un nuovo sistema difensivo – tecnicamente noto come ‘alla moderna’- che caratterizza l’arco temporale tra XV e XVII secolo.

Nella prima fase di ‘transizione’, Venezia si cimenta in una serie di interventi e sperimentazioni che rivelano il passaggio dalle tecniche di guerra di matrice medievale alle nuove modalità di difesa derivanti dall’introduzione della polvere da sparo (fine XV secolo). Ma è il secolo XVI che vede la massima diffusione delle strutture militari veneziane tecnicamente più avanzate, concepite per contrastare l’impiego ormai diffuso delle armi da fuoco.
Infine il secolo XVII si connota per il completamento delle opere precedentemente avviate e per l’affinamento delle tecniche difensive che, nel loro insieme, costituiscono eccezionali esempi della nuova architettura militare.
Il sito, attraverso le sue componenti, presenta una serie formata da diverse soluzioni difensive: città fortificate (Bergamo, Peschiera del Garda e Curzola), città fortezza progettata ex novo (Palmanova) e sistemi di difesa complessi (Laguna di Venezia, Zara, Sebenico e Bocche di Cattaro). In tutti i casi, si tratta di manufatti che caratterizzano ancora oggi il contesto urbano e geo-morfologico nel quale si inseriscono.
La straordinaria operazione condotta da Venezia su una scala territoriale così vasta si attua grazie all’impressionante circolazione di maestranze, di progettisti e di trattati diffusi a livello mondiale. Allo stesso tempo, regolamenti, modelli sociali e nuove forme di governo portano la cultura veneziana a fondersi con le culture appartenenti alla costa orientale dell’Adriatico e da qui, procedendo via terra, verso l’Oriente.
In tutti questi territori permangono ancora oggi numerose e variegate testimonianze materiali e immateriali della pluricentenaria presenza veneziana.

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